Biografía
Nato a Gragnano in provincia di Lucca il 20 ottobre 1918, trascorre la giovinezza in Valdinievole e nella campagna lucchese. Giovanissimo, dopo un soggiorno di un anno a Napoli, si trasferisce a Roma. Nel 1936 si accosta all'ambiente artistico romano, particolarmente attratto da Mafai e dalla Raphael.
Dopo un primo soggiorno a Parigi, nel 1938 ritorna a Montecatini in Valdinievole dove dipinge i suoi primi paesaggi; di quel tempo sono anche le prime nature morte di fiori ed alcuni ritratti ad acquerello.
Richiamato alle armi, conosce Giovanni Comisso, Filippo De Pisis e Giorgio Morandi. Nel 1943 conosce Ardengo Soffici e, terminata la guerra si unisce al gruppo dei pittori pistoiesi ed espone in molte collettive a Pistoia e a Montecatini.
Nel 1948 altro viaggio a Parigi con Comisso ed altri amici, dove incontra nuovamente De Pisis.
Tiene la prima personale di soli paesaggi alla Libreria Ariel di Montecatini nel 1949 e l'anno successivo espone alla XXV Biennale di Venezia.
Intorno agli stessi anni inizia i suoi primi contatti con l'ambiente fiorentino dei pittori e dei letterati e, conosciuto Ottone Rosai, per molti anni frequenta il suo studio in via degli Artisti.
Nel 1957 espone per la prima volta a Roma alla galleria "La Medusa", presentato da Luigi Baldacci.
Da allora Il percorso artistico di Sergio Scatizzi è documentato dalle numerose mostre tenute nelle più importanti gallerie e dalla nutrita bibliografia.
E' scomparso a Firenze il 30 novembre 2009.
Recensiones
"... è pittore squisitamente moderno perché vive con lancinante grazia le emozioni e le contraddizione del tempo presente. Egli è anche però pittore "antico" come può esserlo un vero e grande artista italiano del ventesimo secolo, avendo attraversato le avventure del Novecento senza mai dimenticare le ragioni profonde che sostengono la nostra tradizione figurativa. Una tradizione che ha i suoi punti di riferimento nella ricerca contestuale dello splendore del Vero e dell'armonia interna che dà ordine al Vero. All'interno di questo due poli si è mossa, in tutto il suo percorso, l'arte di Scatizzi. Ora inclinando dalla parte della pura bellezza (la qualità degli impasti, l'accensione dei colori, i tocchi di spatola, le strisciate gloriose del pennello, la gioia della pittura sensualmente goduta) ora privilegiando la struttura delle cose, il loro scheletro invisibile, la "metrica antichissima ed essenziale" (direbbe Ragghianti) che ci permette di capire il senso ultimo del mondo visibile".
Antonio Paolucci (1997.
"... In Sergio Scatizzi (Gragnano, Lucca, 1918), il tema del paesaggio toscano è particolarmente sentito, ma è trattato con l’impetuosità del gesto dettata dall’urgenza interiore. Dal colore, steso abbondantemente con veloci spatolate vibranti di luce che rasentano l’informale, si sprigiona l’energia gioiosa della vita. Inconfondibili le sue terre volterrane, capaci di restituire il senso primordiale della natura, come l’esplosione cromatica dei suoi fiori, in cui scorre l’esultanza del gesto pittorico e l’emozione si fa tangibile nella plasticità della materia pittorica. Artista insignito di numerosi riconoscimenti e vincitore del XVIII Premio del Fiorino di Palazzo Strozzi nel 1967, Scatizzi vanta una formazione che comprende un soggiorno a Roma - dove entrò in contatto con l’ambiente di Mafai - ed uno a Parigi. La sua attività si intreccia con De Pisis, Morandi, Giovanni Comisso e con l’ambiente artistico e letterario fiorentino di Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Nino Tirinnanzi, nonché con Mario Marcucci, Ugo Capocchini ed Enzo Pregno..."
Gabriella Gentilini, "Uno sguardo sull'arte del Novecento, Diple Edizioni, Firenze, 2007.
"... la sua pittura energica e materica, le terre volterane spatolate di colori intrisi di luce, i fiori, fragranti di corposa freschezza, le nature morte, sciabolate all'informale ma compiute nella loro essenza dirompente".
Gabriella Gentilini, dal catalogo della mostra personale presso Gren Faim, organizzata da Firenzeart Gallery, ottobre-novembre 2007.